Atti 第18章 - Bibbia Italiana Riveduta (1927)

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Dopo queste cose egli, partitosi da Atene, venne a Corinto.
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E trovato un certo Giudeo, per nome Aquila, oriundo del Ponto, venuto di recente dall’Italia insieme con Priscilla sua moglie, perché Claudio avea comandato che tutti i Giudei se ne andassero da Roma, s’unì a loro.
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E siccome era del medesimo mestiere, dimorava con loro, e lavoravano; poiché, di mestiere, eran fabbricanti di tende.
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E ogni sabato discorreva nella sinagoga, e persuadeva Giudei e Greci.
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Ma quando Sila e Timoteo furon venuti dalla Macedonia, Paolo si diè tutto quanto alla predicazione, testimoniando ai Giudei che Gesù era il Cristo.
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Però, contrastando essi e bestemmiando, egli scosse le sue vesti e disse loro: Il vostro sangue ricada sul vostro capo; io ne son netto; da ora innanzi andrò ai Gentili.
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E partitosi di là, entrò in casa d’un tale, chiamato Tizio Giusto, il quale temeva Iddio, ed aveva la casa contigua alla sinagoga.
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E Crispo, il capo della sinagoga, credette nel Signore con tutta la sua casa; e molti dei Corinzi, udendo Paolo, credevano, ed eran battezzati.
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E il Signore disse di notte in visione a Paolo: Non temere ma parla e non tacere;
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perché io son teco, e nessuno metterà le mani su te per farti del male; poiché io ho un gran popolo in questa città.
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Ed egli dimorò quivi un anno e sei mesi, insegnando fra loro la parola di Dio.
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Poi, quando Gallione fu proconsole d’Acaia, i Giudei, tutti d’accordo, si levaron contro Paolo, e lo menarono dinanzi al tribunale, dicendo:
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Costui va persuadendo gli uomini ad adorare Iddio in modo contrario alla legge.
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E come Paolo stava per aprir la bocca, Gallione disse ai Giudei: Se si trattasse di qualche ingiustizia o di qualche mala azione, o Giudei, io vi ascolterei pazientemente, come ragion vuole.
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Ma se si tratta di questioni intorno a parole, a nomi, e alla vostra legge, provvedeteci voi; io non voglio esser giudice di codeste cose.
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E li mandò via dal tribunale.
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Allora tutti, afferrato Sostene, il capo della sinagoga, lo battevano davanti al tribunale. E Gallione non si curava affatto di queste cose.
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Quanto a Paolo, ei rimase ancora molti giorni a Corinto; poi, preso commiato dai fratelli, navigò verso la Siria, con Priscilla ed Aquila, dopo essersi fatto tosare il capo a Cencrea, perché avea fatto un voto.
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Come furon giunti ad Efeso, Paolo li lasciò quivi; egli, intanto, entrato nella sinagoga, si pose a discorrere coi Giudei.
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E pregandolo essi di dimorare da loro più a lungo, non acconsentì;
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ma dopo aver preso commiato e aver detto che, Dio volendo, sarebbe tornato da loro un’altra volta, salpò da Efeso.
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E sbarcato a Cesarea, salì a Gerusalemme, e salutata la chiesa, scese ad Antiochia.
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Ed essendosi fermato quivi alquanto tempo, si partì, percorrendo di luogo in luogo il paese della Galazia e la Frigia, confermando tutti i discepoli.
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Or un certo Giudeo, per nome Apollo, oriundo d’Alessandria, uomo eloquente e potente nelle Scritture, arrivò ad Efeso.
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Egli era stato ammaestrato nella via del Signore; ed essendo fervente di spirito, parlava e insegnava accuratamente le cose relative a Gesù, benché avesse conoscenza soltanto del battesimo di Giovanni.
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Egli cominciò pure a parlar francamente nella sinagoga. Ma Priscilla ed Aquila, uditolo, lo presero seco e gli esposero più appieno la via di Dio.
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Poi, volendo egli passare in Acaia, i fratelli ve lo confortarono, e scrissero ai discepoli che l’accogliessero. Giunto là, egli fu di grande aiuto a quelli che avevan creduto mediante la grazia;
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perché con gran vigore confutava pubblicamente i Giudei, dimostrando per le Scritture che Gesù è il Cristo.

箴言選讀

箴言 20:7
行為純正的義人,他的子孫是有福的!

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